Seduzione nascosta

Seduzione nascosta
Magritte " Gli amanti"

domenica 26 agosto 2007

Grazie Dì...

Fermati un attimo…


In questi giorni di ferragosto, nel relativo riposo e nella tranquilla sonnolenta pigrizia, con una temperatura quasi tropicale, sigillata nel mio studio, osservando vecchi album di fotografie non più lucide, ma appiccicate tra loro, mi sono fermata un attimo a pensare alla condizione di molte donne che come me hanno già superato la metà della vita e possono dire di avere all’attivo, in un passato che appare lontanissimo, molte dure prove affrontate non senza paura, spesso sorrette dall’ incoscienza salvifica e dalla sola forza derivata dalla certezza di potercela fare ad elaborare avvenimenti come la morte di genitori, le separazioni, i cambiamenti di lavoro, le incertezze economiche, le malattie, i divorzi, le solitudini, la crescita dei figli in solitaria.

Il mio viaggio a ritroso aveva tutta l’aria di un romanzo ottocentesco, in cui la protagonista aveva la mia faccia, ma non ero io: quella immagine di donna risoluta e forte a battagliare con la sorte per trovare ogni giorno l’energia di affrontare nuove situazioni complicate, spesso senza uscita o con soluzioni creative, appariva molto diversa da quella provata dai segni, riflessa dal mio specchio dorato appeso sulla scala.

Cresciuta in atmosfera protetta ed ovattata non avrei mai, nemmeno per un attimo, pensato che la vita, nel suo divenire, mi sorprendesse e stupisse così tanto, riservandomi successive curiose e faticanti prove da superare e molte dispettosamente contemporanee.

Al viso stanco dell’instancabile combattente si sovrapponeva l’immagine del sorriso di mia figlia, diciottenne da qualche giorno, che da vera coach, tutte le volte che le forze mi venivano a mancare e piegavo alla solitudine o allo sconforto, trovava le parole giuste e sempre diverse per ricaricarmi e farmi tornare vigile e responsabile quando, alle sei e mezzo di ogni mattina mi alzavo, per affrontare, con speranza, curiosità e grinta, la nuova giornata.

Insieme abbiamo fatto parecchia strada e tanta ne resta ancora da fare, lei è diventata adulta senza che io abbia avuto il modo di fermarmi un attimo a riflettere sulla inesorabilità e la non reversibilità del tempo, occupate come eravamo tutte due a correre, risolvere, ragionare, capire, discutere, le sere concitate, durante la cena o la mattina presto, tra un viaggio e l’altro, in auto, mentre l’accompagnavo a scuola, in palestra o in piscina.

Non ce l’avrei mai fatta senza di lei, senza il suo sorriso, i suoi abbracci o le sue impuntature, senza le sue sbattute di porta, i problemi e le ansie dei suoi pernottamenti a casa delle amiche o le sue prime uscite serali, con ritorni ad orari obbligati e sempre comunque contestati che finivano inesorabilmente con “Questa è l’ultima volta!”.

La nostra società ha un socio forte al quale devo un ringraziamento per non aver mai mollato e avermi, con coraggio e determinazione, comunicato, con la forza e l’energia dei suoi anni, che non bisogna abbandonare mai e credere, sperare, pensare che le cose, in qualche modo, si risolvono perché sennò non ha un gran senso l’esistere, grazie Dì.

domenica 19 agosto 2007

Ricominciare a 50 anni


Dopo una vita dedicata a marito e figli, rinasce il desiderio di pensare a se stessa.


Domanda


Gentile dottoressa,
ho cinquant' anni e mi sento fallita, ma nello stesso tempo impotente da tutti i punti di vista.


Sono sposata da molti anni, con tre figli sui quali ho riversato, sperando di non farglielo pesare (ma non so con quale successo), un affetto morboso e ossessivo, forse anche per compensare l'affettività che non riuscivo a dare e a trovare nel rapporto di coppia. Quest' ultimo non mi ha mai soddisfatto e, nel corso degli anni, mi sono più volte innamorata, mai corrisposta, di altri e non sono neanche mai riuscita a prendere la decisione, che mi propongo quotidianamente, di interrompere il rapporto coniugale, che per me è solo penoso e immagino che lo sia anche per mio marito.

Lavoro, ma dopo una fase lavorativa iniziale che mi interessava, ma che mi teneva tutto il giorno fuori di casa, ho scelto un impiego che non mi soddisfa per niente per mettere a tacere i sensi di colpa che mi dava l' uscire di casa e abbandonare i figli.
Mi è chiaro che ho paura di prendermi le mie responsabilità e che sto sempre, invece, a fantasticare su quello che potrei invece fare o, peggio, a rimpiangere quello che non ho fatto e che potrei forse ancora decidere di fare se fossi più giovane.


Come manifestazione di superficie penso sempre a un possibile ringiovanimento chirurgico. Anche qui non mi decido mai, forse perché so che non sarebbe anagrafico e che poi sarei ancora più delusa di me stessa e più insoddisfatta di prima non essendo riuscita lo stesso a decidermi ai cambiamenti sostanziali di quello che non mi va della mia vita e non potrei magari più neanche dare la colpa all'aspetto fisico invecchiato.

Non è chiaro neanche a me perché scrivo, mi sembra solo uno sfogo al quale non è possibile dare una risposta, che comunque spero lo stesso che lei mi dia.
Grazie, Annamaria

Risposta



Cara Annamaria
la tua lettera è la fotografia lucida e sincera di moltissime situazioni simili.
Una cosa devo dirti subito: ti fa onore l'intelligenza e la sensibilità anche se velate da malinconico cinismo che dimostri con l'analisi critica e spietata della tua situazione di vita.
Come sicuramente sai, i cinquant' anni per molte donne rappresentano un momento estremamente critico a causa di forti tempeste ormonali dovute al sopraggiungere della menopausa.
Questo momento della vita femminile si può accompagnare a forme depressive in cui si vede tutto nero, tutto quello che si è realizzato appare inutile o poco importante, il rapporto col partner sembra perdere di interesse proprio perché ci si sente in una fase di invecchiamento e decadimento della giovinezza e della forma fisica.
Si pensa che la riscoperta della bellezza passata magari con l'aiuto della chirurgia plastica possa risolvere magicamente le problematiche legate alla perdita di stima di sè, della propria immagine di donna..
Cara Annamaria tu non sei affatto fallita, stai semplicemente facendo chiaro in te stessa con una ritrovata maturità di pensiero e di riflessione che grazie all'età adulta stai portando allo scoperto.
Ecco allora l'analisi fredda e lucidamente determinata.
I figli a cui hai donato te stessa testimoniano la tua presenza ed il tuo percorso esistenziale, con la loro vita e con le scelte che sicuramente tu hai guidato e contribuito a rendere possibili.
Il rapporto col partner che tu tolleri ti fa riflettere sull'affettività, sulle emozioni, sulle scelte d'amore ancora possibili, non dimenticare che non sei alla deriva, stai solo iniziando una nuova fase del tuo cammino.
Così il lavoro che non ti soddisfa ti fa capire che puoi cambiare ancora e che non è tardi per la tua realizzazione professionale, ovviamente occorre forza, determinazione, chiarezza di obiettivi, ma soprattutto coraggio.
Con la tua lettera hai dimostrato che questa forza tu l'hai, è solo sopita e nascosta dietro il tuo scoraggiamento, la tua indecisione, la tua paura di non piacere più, di non essere all'altezza, di essere a fine corsa, di non avere pù nessuno che abbia bisogno della tua dedizione e del tuo affetto.
Credi non è così, proprio ora sei in un momento molto stimolante ed interessante della tua vita di donna, con l'esperienza di tanti ricordi felici e la coscienza di altrettanti errori, ma con la determinazione a voler vivere i tanti anni che ti restano dando, finalmente tempo a te stessa, alle tue scelte, all'amore, al lavoro, nella certezza che questo sfogo di sconforto è il passaggio a più mature e consapevoli opportunità che la vita ti riserva e ti farà vivere.
Non dimenticarlo!

giovedì 16 agosto 2007

Essere differenti costa...

Dalla comparsa di Adamo ed Eva di gloriosa memoria non abbiamo ancora imparato a stare insieme serenamente e con reciproca felicità

Incontriamo ogni giorno molte persone e quando ci possiamo permettere il lusso di un istante e raccontare di noi o ascoltare l'altro, inesorabilmente viene tracciata la mappa delle relazioni con l'altro sesso siano le fidanzate, i mariti, le mogli, i fratelli, le sorelle, i colleghi... tutti compagni nel breve viaggio della nostra vita.E'ormai sperimentato che l'essere diversi sessualmente, mentalmente e fisicamente ed appartenere a due mondi lontani e complementari porta con sè un grande fascino, attrae come una forza magnetica e fornisce notevoli vantaggi alla coppia.Da piccole, a noi femmine cresciute nel collegio delle Orsoline, veniva spesso ripetuta come cantilena una frase pseudo filosofica: Nei partner non cercate né bellezza né denaro, ma solo rispetto ed amore ...Non capivamo nulla non avendo ancora sperimentato il rapporto con l'altro, ma siamo cresciute con l'idea dell'amore per sempre.Riflettevo in questi giorni su questo antico concetto estensibile anche agli uomini, espresso in modo così lapidario e pieno di certezza dalla monaca del mio collegio quando ascoltavo una ragazza raccontarmi delle sue traversie amorose, di un matrimonio tragico e crudele alle spalle, di divisione di beni non equa, di figli usati come arma di ricatto tra coniugi, di sacrifici di ogni genere compiuti soprattutto da chi resta e mi facevo, silenziosamente, la domanda più banale: ...ma esiste veramente la possibilità di amare senza speculare, senza farsi troppo male ed odiarsi dopo essersi amati, di accettare l'altro/a con tutta la solidarietà di due compagni di viaggio che si supportano e sopportano a vicenda anche quando e se non c'è più la magia dell'incontro e della passione?Non credo che ciò non possa trovare un necessario spazio di riflessione nel nostro frettoloso e consumistico mondo di rapporti tra i sessi.Essere diversi è affascinante, siamo attratti a calamita dall'altro modo di pensare, di elaborare e processare il mondo, l'uomo deve fornire la sicurezza e la tutela della compagna e dei figli, deve prevedere e provvedere cure ed affezioni, deve essere maschio e sicuro, lei lo seduce con la sua femminilità, la sua carica emotiva, il suo istinto, la capacità di curarlo, stargli vicino, facendolo sentire importante, motivandolo ed affiancandolo in ogni situazione. La via da seguire è chiara, occorre imparare a stare insieme non consumando sempre i rapporti come se fossero alimenti da assaggiare e digerire...I ragazzi cercando le gratificazioni affettive e di consenso che molte famiglie non hanno il tempo di dare loro per ragioni di lavoro, intrecciano, troppo spesso infelicemente, rapporti tra i sessi sfiduciandosi sull'impossibilità dell'esistenza dell'Amore.
Credo che ci possiamo provare a tentare di coniugare la parola amore con altre come pazienza, accettazione, tolleranza, entusiasmo, generosità, cura, fiducia, ma anche condivisione, compagnia, solidarietà, non solitudine, forza, complicità, stima... ma anche arrabbiatura, libertà individuale, scelte diverse, momenti singoli, amicizie proprie...
Dalla comparsa di Adamo ed Eva di gloriosa memoria non abbiamo ancora imparato a stare insieme serenamente e con reciproca felicità anche se ci cerchiamo continuamente e non riusciamo a trovarci, non possiamo vivere felici se non non c'è l'amore ed il desiderio dell'altro, è una giostra di persone che si rincorrono senza incontrarsi che si cercano senza trovarsi e che si fermano accanto gli uni alle altre, ma non comunicano anche se sono pieni di parole da dire o di amore da dare.Sforziamoci di capire a fondo che non dobbiamo cercare di essere uguali, in nessun caso tranne per le scelte di diritto, i nostri cervelli sono funzionalmente diversi, da millenni elaborano informazioni e vivono le esperienze con obiettivi e metodologie divergenti, ma necessitano della gratificazione e del consenso dell'opposto per arrivare a sinergia di risultati.
Le donne si sono coraggiosamente emancipate ed in breve tempo hanno compiuto passi da giganti nella lotta per l'uguaglianza e per non dovere più subire l'autorità costrittiva e frustrante di padri o mariti padroni, ma hanno chiesto ed ottenuto il giusto e dovuto riconoscimento di uguale libertà.Non dovrebbero comunque mai perdere di vista l'essenza del loro femminile, del grande potere che con intelligenza, amore e dolcezza possono esercitare sull'altra metà del cielo per trovare insieme un'appagante serenità di coppia.